domenica 5 giugno 2011

Ritorneremo al Borro delle Falle

Qualche tempo fa, Sofia Gianna ed io abbiamo dato passaggio ad un tipo che faceva l’autostop ad una fermata dell’autobus, in un paese in riva all’Arno. Il tipo si chiamava Letizio, e aveva i capelli piuttosto lunghi, piuttosto grigi e, in verità, non molto puliti. Ci ha detto che abitava nel Borro delle Falle, dove appunto Sofia Gianna ed io eravamo stati poco tempo prima, per vedere i boschi dove abitano i folletti.
I folletti, in verità, abitano anche nel bosco sopra casa nostra, ma quelli sono boschi molto più grandi, dunque ci devono essere parecchi più folletti che da noi. Quando lo abbiamo detto a Letizio, lui ci ha spiegato che in effetti un folletto lo aveva visto, ma una volta soltanto in vita sua. In quella particolare circostanza, la cosa sembrò talmente normale che né a Sofia né a me venne in mente di informarci un po’ meglio sul quel fortunato episodio. Quando lo aveva visto? Dove? E soprattutto: che aspetto aveva questo folletto?
Perché, in verità, né Sofia Gianna, che ha l’età di tre anni, né io, che ne ho quasi venti volte tanti, abbiamo ancora avuto la ventura di riuscire a vederne uno di presenza.
Abbiamo scaricato Letizio sulla strada, quando siamo arrivati alla via dei Bosconi, perché lui doveva andare a monte, in cima alla valle.
Ripensandoci, Sofia e io abbiamo deciso che bisognerà andare a ragguagliarsi meglio, e soprattutto a farci spiegare per filo e per segno che aspetto aveva il personaggio. Com’era vestito? Aveva la barba? Era piccolo, grosso? Era brutto o carino? Aveva un cappello? Ha detto qualcosa? Ha fatto rumore? Era buono o cattivo? Come aveva le scarpe? E i bottoni?
Dunque ritorneremo al Borro delle Falle, questa volta per cercare Letizio, quello che ha visto il folletto, ma una volta soltanto in vita sua.



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