martedì 25 ottobre 2011

L’Occidente ha preferito così

In risposta a questo articolo di Alfonso Sciacca, “A proposito dell’eccidio di Gheddafi”, ho scritto di getto queste parole indignate:    
“Come antropologo mi disturba moltissimo che il predicato antietnocentrico dell'antropologia sia asservito alla giustificazione di crimini orrendi come questo. Attribuire ai libici la penseée sauvage di Lévi-Strauss è veramente fuori luogo. I libici fanno parte di un'alta civiltà, quella musulmana, che per molti secoli ha superato quella europea su tutti i piani, che è nata sulla scrittura e di quella ha vissuto per oltre un millennio. Anche al di là di questo, sostenere che un nebuloso nomos (definito nei termini in cui Tylor definiva la cultura) sia "sovrano assoluto" di qualcuno significa esser rimasti alla preistoria dell'antropologia. Anche le culture senza scrittura cambiano, cambiano le norme, i modelli cognitivi, le tradizioni e le abitudini. Figurarsi una cultura musulmana modernissima come quella della Libia. L'Islam non è né "selvaggio", né "sauvage". E', tutt'al contrario, l'appoggio incondizionato dell'Occidente ai ribelli, senza alcuna preoccupazione per le loro eventuali violazioni dei diritti umani, della morale e della legalità, che ha consentito questo misfatto. Questa è soltanto la logica della guerra. Una logica che appartiene al passato di tutte le culture e non deve appartenere al futuro di alcuna, in primis quella occidentale. Gli egiziani si attennero alla nonviolenza, i libici no. Perché? Perché l'Occidente ha preferito così.”

Chiedo venia per l’eccesso di indignazione, poiché capisco le buone intenzioni dell’autore, che credeva di criticare l’etnocentrismo occidentale. Ma queste sono cose che mi stanno troppo a cuore: il pregiudizio sull’Islam, la pretesa intraducibilità delle culture, la giustificazione della violenza e della guerra.


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