giovedì 17 novembre 2011

Marii e Monti - ovvero: Jens Weidmann dichiara guerra all’Italia.

Se qualcuno crede davvero che Mario Monti possa salvare l’Italia, ha sbagliato Mario.
E’ sotto gli occhi di tutti che non c’è nessuna manovra di politica fiscale che possa compensare lo spaventoso drenaggio di denaro pubblico da destinare a servizio del debito se l’attacco speculativo non si ferma. In questa luce le burbanzose proposizioni di Olli Rehn suonano come lo stordito balbettio di un incapace, buono solo a ripetere a vuoto una vecchia lezione troppo tardi mandata a memoria.
Speriamo che Monti non le prenda troppo sul serio.
Perché è impossibile che non abbia capito che l’unica condizione indispensabile perché si possa fare il risanamento finanziario dell’Italia dipende tutta dall’altro Mario, quello che è a capo della Banca Centrale Europea: solo se Draghi si decide a paralizzare la speculazione con acquisti illimitati sul debito sovrano, si potrà aprire il discorso sul risanamento. Altrimenti, qualunque cifra si riesca a risparmiare, sarà divorata dagl’interessi. Grecia docet.
Il guaio è che, fino ad oggi, Draghi si è allineato ferreamente con chi si è deciso a provocare la disfatta dell’Italia. E chi vuole la disfatta dell’Italia?
Se fino all’altro ieri ci potevano essere dubbi, adesso ce ne sono di meno. Abbiamo una faccia: quella di Jens Weidmann, governatore della Bundesbank.
Quando, lunedì scorso, i mercati riaprivano dopo l’epico week-end di Napolitano, lo spread aveva preso a scendere e si aspettava per le undici, con un certo ottimismo, l’asta di 3 miliardi di Btp quinquennali. Alle 10.20 di mattina, con tempi perfettamente calibrati, Weidman dichiarava che “la politica monetaria della Bce non può e non deve risolvere i problemi degli stati e delle banche”. Agli orecchi di chi è capace d’intendere, questa frase significava: “L’Italia vada pure in default”. In quel momento, lo spread era a 446 punti base. Da lì è schizzato fino a quasi 500, che ha poi superato il giorno dopo. L’asta si è chiusa con un rendimento del 6,29%.
Nessuno può credere che l’atto di Weidmann non sia stato intenzionale. E’ bene che tutti gli italiani si rendano conto di qual è la battaglia che si sta combattendo. E’ bene che tutti si rendano conto che se in Germania non prevale la ragione e se Draghi non cambia posizione, la rovina dell’Italia è assicurata, qualunque cosa faccia Mario Monti.


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