domenica 6 aprile 2014

Quant’è bello il presidente quando è eletto direttamente…



Sulla Repubblica di lunedì scorso, Ilvo Diamanti ha pubblicato un sondaggio Demos & Pi sulle opinioni degli italiani riguardo al valore della Costituzione e alle riforme istituzionali. Spicca un dato: il 73% si dichiara favorevole all’elezione diretta del presidente della repubblica.
Stupisce che Ilvo Diamanti, che è di solito una persona abbastanza seria, prenda per buono questo dato e lo riporti senza alcun commento. Stupisce perché la domanda, nei termini in cui è posta nel sondaggio, è una domanda priva di senso. Come si fa a chiedere semplicemente se si è favorevoli alla “elezione diretta del Presidente della Repubblica” senza specificare quali poteri e quali funzioni dovrebbero spettare a questo capo dello stato investito dalla sacra unzione della diretta volontà del popolo? Che cosa vorrebbe davvero questo 73% degli italiani? Una repubblica presidenziale all’americana, con un presidente a capo del governo senza la fiducia del parlamento? Non si direbbe proprio, a giudicare dalle risposte ad un’altra domanda sul “rafforzamento dei poteri del Capo del Governo”. Su quest’ipotesi, il paese sembra spaccato esattamente a metà, con un 47% favorevole (concentrato soprattutto fra gli elettori di centro-destra) e un 48% contrario. Poiché non c’è dubbio che il presidenzialismo americano comporta decisamente un rafforzamento del capo dell’esecutivo, è evidente che non è questo che hanno in mente i tre quarti degli italiani.
Dunque che posizione dovrebbe avere questo presidente dalla sacra unzione? Forse quella del presidente attuale? Impossibile. Come tutti dovrebbero sapere, l’attuale capo dello stato è concepito come una figura super partes, guardiano dei principi e delle regole del gioco. Ma un presidente eletto dal popolo non può che essere designato dall’elettore in base ai suoi orientamenti politici, dunque è destinato per definizione ad essere una figura di parte. Se si fosse chiesto agli intervistati “Volete un capo dello stato che sia schierato per una parte in campo o che sia arbitro al di sopra delle parti?”, non è difficile immaginare una consistente maggioranza che si sarebbe espressa per la seconda ipotesi. Dunque la risposta degli intervistati a quella domanda o è contradditoria o è indecifrabile, poiché nulla ci consente di immaginare cosa potesse avere in mente l’occasionale interlocutore telefonico al di là delle due ipotesi di cui sopra.
Ma non è colpa dell’interlocutore: è la domanda che è perfettamente stolida.
E il peggio è che l’operazione non è semplicemente inutile. E’ altamente dannosa. Perché, nell’attuale clima di bricolage costituzionale a mosca cieca (“quel riformismo episodico e sussultorio che ci ha condotti dentro a questa singolare Repubblica preterintenzionale” che Diamanti giustamente deprecava nel suo articolo), questo genere di sondaggi può farci credere che una schiacciante maggioranza degli italiani sarebbe favorevole, per esempio, all’elezione diretta del capo dello stato lasciando inalterato l’attuale dettato costituzionale sui suoi poteri.
Ma si dà il caso che quei poteri, nella Costituzione del ’48, siano stati derivati direttamente dai poteri del re nello statuto albertino e, più o meno come quelli, siano disegnati senza alcuna preoccupazione di segnarne i limiti. Stando alla lettera della Costituzione, ci ritroveremmo con un presidente che, forte del suo mandato popolare, potrebbe sciogliere le camere a suo piacimento, paralizzare le funzioni normative del governo rifiutandosi di autorizzare la presentazione dei disegni di legge e di emanare i decreti e i regolamenti, monopolizzare l’alta politica estera minacciando il rifiuto di ratificare i trattati, condizionare pesantemente la sovranità del parlamento col veto sospensivo, insomma diventare di gran lunga il centro di potere più forte di tutto l’apparato costituzionale: e tutto questo nell’interesse della sua parte politica. E’ questo che vuole quel 73% degli italiani? Speriamo proprio di no.

Vedi l’articolo di Ilvo Diamanti con le tabelle del sondaggio Demos & Pi



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